S. Maria di Trapezzometa

in

Sant 'Agata di Calabria

 

 

Sul pianoro a sinistra della fiumara Sant'Agata, di fronte a Cataforio, sorgeva l'antico monastero basiliano, la cui origine si perde nel tempo.

II cenebio di S. Maria di Trapezzometa era uno dei tanti monasteri italo-greci dell'ordine di S. Basilio, ond'erano seminati la Calabria é la Sicilia, nei tempi di mezzo (sec.IX - X).

Trapezzometa é un toponomo ancora assai diffuso a sud di Reggio, esso significa tavola, pianoro, quindi mensa del monastero.

Oggi si chiama Batia é confina a nord con la fiumara Santa Agata, a sud col torrente S. Giovanni, ad est col torrente Pendola é la strada selciata mulattiera, ad ovest col torrente S. Giovanni *

Al centro del pianoro sorgeva il monastero con la chiesetta dedicata a Maria Assunta in cielo.

Esso di certo succede al cenobio di S. Arsenio, di cui si parla nella vita di Elia lo Spelota, santo reggino vissuto intorno al secolo nono; distrutto dai saraceni il cenobio di S. Arsenio (Armo) nel secolo X, Elia si rifugiò nel vicino castello di S. Agata.

II monastero Trapezzometa é uno dei tanti riedificati dai Normanni e dedicato all' Assunzione della Vergine (XII sec.) .

Nel 1310 il nostro monastero viene elencato nella terra di Sant'Agata. Nei tempi di maggiore splendore il numero dei monaci era di dodici, poi si é ridotto a sette per I'istituzione della Cassa Sacra, che incamerava i beni dei monasteri e incominciava così il periodo di decadenza.

Nel 1595 il D'Afflitto vi trovava solo due monaci: fra Ludovico da S. Lorenzo e fra Salvatore di Messina, i quali celebravano la domenica e le feste con l'offerta di 30 ducati annui. In questo periodo, dal 1606 al 1631, il beneficio di 70 ducati annui viene trasferito al seminario reggino, mentre il titolo di S. Maria Assunta passa al beneficio di S. Giovanni dell'Oliva in Armo, nel 1632 é eretto in parrocchia sotto il titolo di Maria Assunta in Armo,

 

Nuova denominazione

La chiesetta del monastero Trapezzometa, dopo il trasferimento del titolo "Maria Assunta" ad Armo, cominciò a chiamarsi "S. Maria delle Grazie".

In questo periodo dal 1606 al 1631 certamente i monaci non solo diedero il nuovo titolo alla chiesetta ma la dotarono anche del quadro "S. Maria delle Grazie ".

Nel 1783 avveniva il disastro che doveva mutare volto al reggino e il monastero di S. Maria Trapezzometa cessava per sempre.

Infatti il 31 maggio 1784, giorno di Pentecoste, vennero soppressi moltissimi monasteri del reggino e i sette monaci di Trapez­zometa furono uniti ai sei sopravvissuti nel monastero di S. Nicolo di Calamizzi. Anche la chiesetta del monastero "S. Maria delle Grazie" venne chiusa al culto.

Nella visita di mons. Converti aprile 1877 si legge che la chiesa di S. Maria delle Grazie in Trapezzometa non lascia a desiderare quasi in nulla sia nelle mura sia nelle suppellettili.

Ciò di cui ci si deve lagnare é che la famiglia Retez, patrona della chiesa, non vi presta interesse affinche sia aperta al culto divine, sebbene sia utile e comoda ai fedeli d'intorno.

Le esortazioni del presule sortirono l'effetto; la chiesetta fu aperta al culto e funzionò fino al terremoto del 1908.

Si cominciò a celebrare, il due luglio, giorno dedicato alla Madonna delle Grazie, la S. Messa e la festa.

Nel 1972 don Nicala Ferrante visitava i ruderi del monastero S. Maria Trapezzometa, accompagnato da due vecchietti del luogo: Cutrupi Domenico nato il 17-12-1883 e Martino Giuseppe nato il 15-6-1886, i quali ricordavano solo la chiesa, il quadro della Madon­na e la festa del due luglio é accorreva molta gente dai paesi vicini; si cantava la Messa, poi si snodava la processione con il quadro della Vergine per le viuzze dell'assolata campagna bionda per le messi mature é quando non suonava la banda musicale é non cantava il popolo, frinivono le cicale.

Poi si mangiava l'agnello cotto allo spiedo é le patate lessate; quindi all'ombra degli alberi si ballava al suono dello organetto fino a sera tardi.

Visita alla famiglia De Benedetto

Anche Bruno De Benedetto, nato nel 1886 e la moglie Carmela D'Amico nata nel 1893 ed altri ricordano la festa del due luglio;  la sera, vigilia della festa, popolo e parroco di Cataforio si recavano nella chiesetta della Madonna per il canto del Vespro e il giorno dopo per festeggiare "S. Maria delle Grazie"

La chiesetta S. Maria delle Grazie Trapezzometa, distrutta dal terremoto del 28-12-1908, non fu più ricostruita, nonostante che con insistenza coloni e abitanti d'intorno chiedessero la ricostruzione della chiesa al signor Melacrino Alfredo che aveva ricevuto in eredità da Retez il fondo "Batia", compresi i ruderi della chiesa e dell'antico monastero basiliano.

Alle richieste dei fedeli Melacrino rispondeva di si, che avrebbe ricostruito la chiesa, ma non mantenne la promessa per il fattore Porcino Antonino, detto "uccellenza" che le sconsigliava.

Poi Melacrino si sposò, dimenticandosi di riedificare la casa alla Madonna, che in terra di "Batia" cominciò ad essere venerata e pregata almeno dal secolo X, mentre ebbe buona memoria é interesse di ricostruire le case coloniche, appartenenti una volta al monastero.

II quadro "S. Maria delle Grazie" che si venerava nella chiesa del monastero si trova nella casa di Bruno De Benedetto a Cataforio.

L'otto settembre del 1977, giorno dedicato alia nasciata della Madonna, sono andato a visitare "Bruno da Batia", come viene chiamato dal popolo, spinto dalla curiosita di vedere l'antico quadro della Madonna, che Bruno tiene nella stanza da letto, sia perche é stanza piu bella della sua casa, sia per l'amore che porta alla Madonna.

Quando nel 1968 per raggiunti limiti d'eta ha dovuto lasciare la colonia é trasferirsi nella sua casa a Cataforio, la prima cosa a portare con sé fu il quadro della Madonna che dal 1936 teneva in casa, anno della morte di suo zio Giuseppe D'Amico.

Bruno non ebbe il coraggio di lasciare nella vecchia casa colonica il quadro della Madonna a cui si sente legato di amore filiale, nonostante che alcuni l'avevano pregato al momento della partenza di lasciarlo in terra della Batia perche terra della Madonna. Portare con sé il quadro mi sembra che sia stata una decisione quanto mai saggia, perche nel fondo Batia non abita più nessuno: i vecchi hanno lasciato a malincuore quella terra, e i giovani sono scappati in terre lontane in cerca di lavoro.

Ancora più saggia m'appare la promessa di donare alia Parrocchia di S. Giuseppe, dopo la sua morte, il quadro della Madonna.

 

Dopo secoli, la Madonna col titolo "S. Maria della Grazie" tornerà ad avere un culto pubblico a Cataforio, nel 600 esisteva una chiesetta a Lei dedicata.

Grande é sempre stata la pieta mariana a Cataforio! II paese di Cataforio ebbe origine col nome di Annunziata, col passar del tempo prevalse il nome di Cataforio specialmente quandm nel 1796 con decreto reale nacque il comune di Cataforio.

Nel 1600 esistevano a Cataforio le chiese di S. Maria delle Grazie, dell'Annunziata, di S. Maria del Soccorso, che dal 1618 al 1772 fu sede parrocchiale, della Madonna del Rosario e del Carmelo.

Anche oggi il culto alia Madonna é popolare e si manifesta con la celebrazione della festa "Gesu é Maria", I'Addolorata il venerdi santo, i sette sabati in onore della Madonna della Consolazione e l'ultimo sabato col pellegrinaggio all'Eremo.

La signora D'Amico Carmela dal cui volto traspare tanta gioia alle mie domande scrridendo rispondeva di avere sempre acceso la lampada alla Madonna essendo in casa dello zio Giuseppe che non avendo avuto figli la teneva come figlia e quando si sposo nel 1915 le diede la dote.

II terremoto del 1908 frantumò la chiesetta riducendola a un cumolo di macerie e il signor D'Amico Giuseppe andò subito a liberare dalle macerie il quadro della Madonna e se lo portò a casa a 60 metri circa dalla chiesa lato sud, costruendole una casetta con canniccio.

II quadro, molto deteriorate è dipinto a olio su tela, in alto al centro Madonna con Bambino, in basso a sinistra di chi guarda S. Giovanni Battista e a destra S. Basilio, protettori dei monaci basiliani.Una cornice intagliata e dorata adorna la tela.

Solenne trasloco

Morto il 9-5-1978 Bruno DeBenedetto, i familiari decisero di eseguire la volonta del defunto.

E mercoledì due luglio 1980 alle ore 19 il parroco sac. Franco D.Santo e i fedeli si recarono a casa della sig.ra D'Amico Carmela per prendere e portare in processione nella chiesa di S.  Giuseppe il quadro "S. Maria delle Grazie".

Bruno De Benedetto, nipote del defunto Bruno é Scuncia Giuseppe portavano a mano tra due ali di popolo osannante il quadro della Madonna, mentre le campane della chiesa parrocchiale suonavano a festa e il popolo accorreva cantando laude alla Madonna.

In chiesa, affollata come nelle grandi solennita, ebbe subito inizio la S. Messa in onore della Vergine Santa; e all'omelia il parroco parla del quadro e delle caratteristiche della devozione mariana a Cataforio lungo i secoli.

RESTAURO 1981

II quadro" S. Maria delle Grazie", sistemato sulla parete destra della chiesa parrocchiale, veniva ammirato dal popolo e cresceva la devozione alla Madonna.

Da tutti si sentiva il bisogno che il quadro fosse restaurato, ma non si sapeva da chi specialmente per il restauro della cornice. Lunedi pomeriggio del 17 agosto ca. don Nicola Ferrante, accompagnato da mons. Francesco Gangemi, veniva a fare una fotografia per inserirla in una sua pubblicazione.

Mons. F.Gangemi, buono intenditore di arte, mi suggeri di farlo restaurare dal prof. Demetrio Vakalis.

II giorno dopo 18 agosto nella chiesa di S. Paolo di Reggio Calabria alla presenza di mons. F. Gangemi m'incontrai col prof. Demetrio Vakalis, il quale accettò l'incarico di restaurare il quadro.

II 15 ottobre, portato il quadro nei locali parrocchiali di S.Paolo, incomincio il lavoro di restauro e fu ultimate il 28 novembre.

Domenica 29 novembre, inizio della novena dell'Immacolata, la Comunita di Cataforio poté ammirare il quadro della Madonna nel suo splendore originale.

Relazione del prof. Demetrio Vakalis

"Dipinto a olio su tela dei primi del 600 circa, raffigurante la Madonna, san Basilio e san Giovanni Bat. (propriamente detto S.  Maria delle Grazie); con cornice di buona fattura intagliata é doratao. Dimensioni cm 131 x 95.

In origine la tela(del quadro)da quanto si può notare era di dimensioni piu grandi ed é stata tagliata per poterla adattare alia cornice. Durante la pulitura, facendo dei saggi, é risultato che in varie zone del dipinto, specie nella parte centrale della Madonna e in basso di S. Giovanni e di S. Basilio, é stato ridipinto tra la fine del 700 e i primi dell'800, queste ridipinture non di sono potute togliere in quanto si é notato che il dipinto originale era mancante in varie zone (bleu della Madonna, S. Basilio ecc.) in seguito a danni subiti in epoche remote; invece le ridipinture piu recenti sono state asportate ".

La storia della chiesetta del monastero di S. Maria in Trappezzomata conferma le scoperte del restauratore prof. Demetrio Vakalis

Origine

"... in questo periodo dal 1606 al 1631.. . " certamente i monaci basiliani diedero alia loro chiesetta non solo il nome ma anche il quadro della nuova titolare "S. Maria delle Grazie "

Danni subiti in epoche remote:

§ spaventoso terremoto del 1693 che devasto la Calabria

§ altri terremoti del 1706 e 1719

§ terremoto del 1783 che distrusse anche la citta di Sant'Agata

§ e per finire quello del 1908.

Una targa ricordo fu affissa sulla parete sotto il quadro:

 

Dono del. coniugi

Bruno De Benedetto e Carmela D'Amico

2-7-1980

Restauro eseguito da Demetrio Vakalis

a spese della Congrega  "S. Giuseppe"

il 15-12-1981

25° anno di servizio pastorale del

parroco sac.  Franco D. Santo

a

Cataforio